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domenica 17 marzo 2013

Del perchè ho iniziato.


                                                                            "Girl knitting"   Daniel Ridgway Knight, 1921

Da bimbetta la Mamma e la Nonna ci hanno insegnato l'uncinetto e ferri, a tutte le sorelle!
La mamma è sempre stata creativa, ogni tanto la vedevi che disegnava in un angolo o ci leggeva la mitologia Greca e Romana o confezionava maglioncini per noi e con gli avanzi uguale per la Barbie.
Con gli anni questa voglia mi è poi passata, o meglio, ho dimenticato di saper lavorare a maglia.
E poi ho scoperto il punto croce e mi sono dedicata a quello, con piacere e diletto.
Però ad un certo punto ho riscoperto il lavoro ai ferri e ho avviato qualche maglia, sui ferri dritti di bamboo, teneri e caldi.
E mi sono accorta che lavorare funzionava come un antistress, mi aiutava a superare i momenti difficilissimi che ho passato. In quel periodo ho concluso poco, se non niente, ma la monotonia del lavoro, lo scorrere del filo tra le mani, la morbidezza e l'odore della lana, i colori, mi svuotano la mente, la puliscono di tutti i pensieri negativi e mi rendono leggera.
Poi ho scoperto i ferri circolari e ho creato i primi timidi lavori, seguendo gli schemi di altri, ma la cosa fondamentale resta il lavoro in sè, il movimento monotono dei ferri, lo scorrere del lavoro sotto le mani.
Scegliere il colore, la consistenza e decidere cosa farne, quello viene dopo, la cosa importante è "mettere su due puntini" in ogni condizione, anche solo un ferro; è diventato come una droga, è spasmodica la voglia di correre a lavorare almeno un ferro.
E ho cominciato a riempire l'armadio di lana, di tutti i colori e le qualità, le librerie di libri e riviste sulla lana e sul lavoro a maglia, ho comprato ferri di tutte le fogge, ho guardato tutti i video esistenti al mondo!
Posso affermare con certezza che la maglia mi ha aiutata a capire che avevo ancora tempo per vivere, che il passato è un'altra epoca e non è uguale all'adesso, che guardare avanti mi aiuta più che rimpiangere quello che ho perso e non è potuto essere.
Knittare è stata la mia salvezza, posso dirlo!

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